In occasione del convegno «Incremento demografico e sviluppo economico (effetto Covid sulla natalità)», il professor Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat, ha anticipato alcuni dati, ancora provvisori, non solo sulla denatalità italiana, ma anche sullo stato di salute dell’istituto matrimoniale nella nostra penisola. Tra gennaio e luglio 2020 si sono celebrati in Italia 34.059 matrimoni. Nello stesso periodo del 2019 i matrimoni furono 101.461. Il calo a picco è dovuto ovviamente in massima parte al Covid.
Ma Blangiardo ha illustrato, tra gli altri, anche un ulteriore dato significativo. Tra gennaio e luglio 2020 i matrimoni religiosi sono stati 4.141. Nello stesso periodo dell’anno precedente furono 47.025. E fin qui qualcuno potrebbe dire: dato che nel 2020 meno persone si sono sposate è ovvio che anche i matrimoni religiosi sono calati. Ma il calo ha riguardato maggiormente questi ultimi rispetto ai matrimoni civili. Infatti quei 4.141 matrimoni religiosi corrispondono al 12% del totale. Nel 2019 i matrimoni religiosi furono il 46,5%. Dunque calano sia i matrimoni civili che quelli religiosi, ma in modo assai più marcato questi ultimi.
Al di là di questo annus horribilis rimane però il trend: meno matrimoni e, nella flessione generale, diminuiscono soprattutto i matrimoni con rito religioso, tanto che nel 2018 per la prima volta venne registrato il sorpasso dei matrimoni civili sui religiosi (50,1%).